L’invenzione della stampa a caratteri mobili interruppe la troppo costosa scritturazione a mano, contribuendo alla moderna diffusione del libro. Nella seconda metà del ‘400, infatti, i libri cominciarono ad avere larga diffusione per l’invenzione da parte del maguntino Johan Gutenberg della stampa a caratteri mobili.
La stampa in Italia
La stampa si diffuse con mezzi assai semplici, onde il termine incunabuti per indicare il «libro in fasce », quelli cioè stampati sino a tutto il 1500. Nel ‘500 la stampa del libro si perfeziona, specie per i contatti con l’arte rinascimentale. In Italia prosegue la sua attività Aldo Manuzio la cui opera è continuata dal suocero Andrea Torresani, dal figlio Paolo e dal nipote Aldo il Giovane. Accanto ad essi opera a Venezia un’altra grande famiglia di tipografi, i Giunta, attivi anche a Firenze, a Lione ed in Spagna. A Venezia stampano anche, tra gli altri, i Paganini, Melchiorre Sessa, i Giolito de’ Ferrari, Ottaviano Petrucci inventore della stampa musicale a caratteri mobili. Sempre nel sec.
XVI sono da ricordare a Roma Antonio Blado, in Francia i Griffi, i Vérard, i Pigouchet, gli Etienne o Stefani, nei Paesi Bassi il Plantin ed il Moretus. Per la ridondanza manierista delle ornamentazioni meno bello appare il libro secentesco, specialmente in Italia ove in quest’epoca non appaiono, pur tra i numerosissimi stampatori, tipografi di pregio. Più interessante il libro francese, e specialmente quello dei Paesi Bassi, specie per l’attività della famiglia degli Elzeviri, autori di libri di piccolo formato che ebbero numerosi imitatori e speciale diffusione.
I libri come opere d’arte
Il ‘700 italiano reagisce alla mediocrità del secolo precedente con libri di pregio stampati a Venezia dallo Zatta, a Padova dal Comino, a Milano dalla Società Palatina, a Bologna da Lelio della Volpe, a Firenze da Tartini, Franchi e Manni, a Roma dal Pagliarini; principe degli stampatori del ‘700 è G.B. Bodoni, attivo a Parma, insuperato maestro nell’incisione dei caratteri e nel gusto per una composizione elegante e simmetrica. Nello stesso periodo sono da ricordare in Francia i Didot, in Inghilterra la stamperia di Oxford, nell’America settentrionale l’attività di Beniamino Franklin.
La stampa dei libri nel corso dell’800, dal lato artistico, è di scarso interesse; è questo tuttavia il secolo nel quale il libro maggiormente si diffonde contribuendo all’educazione popolare e sociale. Concetto questo continuato anche ai nostri giorni pur orientandosi verso forme decorative (copertine, illustrazioni) destinate a maggiormente attirare la attenzione del pubblico distratto da altre fonti di divertimento e meno portato quindi ad istruirsi attraverso la lettura. Accanto ai maggiori tipografi interessati ad una divulgazione culturale permangono ancora stampatori che amano il libro in quanto opera d’arte, curandolo dal punto di vista estetico nel solco della miglior tradizione.