La musica è un’arte che si esprime mediante i suoni; arte astratta per eccellenza, che non conosce limiti di contenuto, che si rivolge prima allo spirito e poi all’intelletto, e per la quale si concretano dei sentimenti, o meglio un substrato di sentimenti che, componendosi nell’intimo dell’artista, determinano sempre nuove combinazioni degli elementi sonori. Sul piano estetico è impossibile, o almeno improprio, schematizzare e circoscrivere stili, forme, maniere o mezzi d’espressione.
E’ un’immagine di un atto di creazione, attività soggettiva fecondata che raggiunge una forma estetica, appare come una naturale inclinazione nell’uomo, il quale, se pure segue indirizzi diversi nelle varie epoche storiche e affina le proprie possibilità con la ricerca di nuovi ritrovati tecnici, sempre ha cercato in quest’arte il supremo slancio di una spiritualità istintiva.
Per questa ragione ha maggiore probabilità di concretezza la distinzione fra la musica popolare, alimentata dall’immediato sentire del volgo, e la musica dotta (o d’arte), determinata da più complesse e ricche esperienze culturali: distinzione che si basa sull’innegabile coesistenza, lungo il corso della storia musicale, di queste due correnti ben differenziate per fattori costitutivi eppure costantemente in contatto e in reciproca influenza; e sull’identità dell’atto spirituale tra espressione popolare e produzione degli artisti di professione.
Si può senz’altro affermare che la musica è la più antica fra le arti e deve aver costituito la prima fase del linguaggio umano. La fede e la scienza giungono a due diverse conclusioni sull’origine della musica: se è nata prima dell’uomo, esisteva già in esseri a lui superiori ed è allora considerata parte del dono divino della conoscenza di tutte le cose; se è nata con l’uomo, si è in esso manifestata come desiderio di esprimere sentimenti e sensazioni attraverso suoni.
L’arte per eccellenza
L’interessante etimologia del nome si basa appunto sull’anteriorità della musica nei confronti delle altre arti: interpretando la voce egiziana moys (= acqua) — elemento primo e generatore dell’universo — nel senso figurato di principio, la musica sarebbe stata definita moysikos, ossia prima arte. L’eccezionale importanza che questa arte rivestiva presso i popoli più antichi e il fascino irresistibile da essa emanato, sono dimostrati dai suoi attributi divini, poiché è considerata presso tutte le civiltà antiche un dono meraviglioso delle deità venerate, e dalle numerose leggende e salienti figure musicali largamente diffuse in tutta la mitologia greca.
La musica presso i primitivi – Lo studio preciso — oggi reso possibile dalla tecnica delle registrazioni fonografiche — delle manifestazioni musicali dei popoli più lontani dalla civiltà, permette di conoscerne le caratteristiche e di immaginare quale fu la prima praticata dall’uomo primitivo. All’origine la musica dovette rispondere quasi esclusivamente a quella necessità ritmica, sostegno di ogni costruzione musicale, che si realizzava col battito delle mani o dei piedi, sostituiti solo in un secondo tempo dagli strumenti.